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giovedì 22 marzo 2012

Forze del disordine

Penso tanto mentre guido. E’ forse il momento della giornata in cui spazio di più tra i pensieri. Anche perché mentre si viaggia, si osservano un sacco di cose. E ci sono particolari pensieri che mi passano per la mente quando, come oggi, due auto dei carabinieri si accostano l’una all’altra fermandosi ed occupando entrambe le corsie a doppio senso della strada che sto percorrendo. In pochi istanti la mia mente intenta ad occuparsi di ordinarie faccende , arresta la sua divagante attività e concentra i suoi interessi sulla contemporanea bizzarra situazione. Dapprima valuto se abbiano fermato qualcuno o se vi fossero impedimenti particolari nella via.. scongiurate queste ipotesi non nego l’affacciarsi di un pensiero alle barzellette circolanti su di essi, ed in quell’ottica, inizio ad assaporare una reale difficoltà logica, sulla quale le ironiche storielle basano il proprio successo. Fermo dietro di loro, resto osservatore esterno per alcuni lunghi secondi, in cui dialogano amabilmente come vecchi amici. Mi guardo bene dal fare gesti di manifesta impazienza, al fine di evitare eventuali abusi di potere che in casi come questi un atteggiamento spavaldo potrebbe comportare. A dirla tutta anche perché sono uscito di casa con un margine d’anticipo invidiabile. D’un tratto la macchina accostata a sinistra (in simpaticissimo contromano), avvistatomi dal retrovisore specchietto non per le allodole, goffamente si produce in un’affrettata segnalazione con freccia che io intendo come ‘sorpassami sulla sinistra’. Lo spazio c’è a malapena. Io resto più immobile di un cerbiatto morto. Lo faccio anche un po’ apposta, perché la soluzione più logica sarebbe evidentemente che lui si levasse di mezzo. A questo punto eccolo intestardirsi ed abbassare il finestrino, fare ampi gesti con il braccio perché io lo passassi. Non mi sembra la cosa giusta da fare, ma non mi resta che obbedire agli ordini. Del resto non è forse lui definito come forza dell’ordine? Pedante e ligio, eccomi mettere la freccia, sfiorare il barzellettato che molto teneramente si adopera a ripiegare il proprio specchietto per evitare l’imbarazzante contatto tra le vetture.
Perché in fondo lo sa bene anche lui che sta cagando il cazzo alla circolazione.