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domenica 11 novembre 2012

MALDESTRO, MA BUON MANCINO

Osservazioni di un giocatore di pallone che è il 21% più ragionatore della media del settore.

 

 

Aria pesante e voglia di evadere. L'insoddisfazione della nostra generazione è palpabile. Più palpabile di una boccia di Belen. Palpabilissima. 


Avere una buona posizione, magari remunerativa, in tempi grigi come questo, ti fa sentire quasi in difetto. Specie se quel che fai è 'correre dietro a un pallone..' come dicono quelli che vogliono sminuirti a tutti i costi. Che poi ti fanno quelle domande lì fastidiose tipo: "Ti sembra giusto che prendi tutti quei soldi e c'è la gente che lavora duro e al mese prende 900€?".. Una volta per tutte rispondo; No cazzo non mi sembra giusto!!!
Ma aggiungo anche una cosa. Quei soldi mica li tolgo a chi prende 900€, voglio dire, comunque non li darebbero a loro ecco. E non sono soldi statali che mi vengono girati. Mi spiego: ad un assessore che prende 20mila euro al mese puoi rompere le balle, son soldi delle nostre tasse! A me in teoria no. Chiarito ciò, rimane l'indiscutibile ingiustizia etica, mica voglio nascondere l'elefante sotto la scrivania.

Non possiedo scrivanie così grandi.

Ma l'appeal di certe occupazioni va oltre alle innumerevoli invidie e critiche che le bersagliano. Il calciatore rientra in questa schiera assieme a cantanti, deejay, veline, attori, presentatori, scrittori e.. alcuni sommozzatori.

Tra i milioni di fan dello sport, che sognavano la vita da calciatore, ve ne sono una gran quantità che hanno invidia positiva. Non parlo di quella che 'Che culo quei bastardi', ma quella che 'Anche a me piacerebbe'! 
Sono affascinati. E tra questi ve ne sono alcuni che quando parlano con me si sentono in dovere di mostrarsi competenti ed interessanti, ma soprattutto di giustificarsi riguardo la non realizzazione del proprio sogno di sfondare! Ed è a questo punto che scattano le più improbabili scuse..
Si perché quello che ora è un impiegato, un avvocato, un dottore o uno spazzino, spessissimo era un calciatore che poi si è rotto il menisco e ha dovuto smettere. 

-Non perchè non fosse forte, ma perché si è rotto il menisco.
-Non perché non lo voleva nessuno perché c'erano quelli più bravi di lui, no.. per il menisco.
-Non perché.. no! Per il menisco!

Oppure perché ha preferito la figa. "Sai potevo sfondare, ero bravo, ma avevo in testa le ragazze, oh la figa è la figa".. Come se avesse dovuto scegliere. "Da ragazzino mi voleva il milan, dovevo fare un provino per il Parma, mi seguiva il Torino.. poi.." - Poi che cosa? - "Ho preferito studiare, ho preferito l’amore, volevo divertirmi la sera, mi si è rotto il menisco… 

Che poi diciamocelo: sto menisco mica è così grave. Un mese e sei in campo

E così tutto sfuma. Il bivio sbagliato. Il treno che passa una volta sola. Come se dopo quel provino fosse stato automatico il contrattone miliardario. 
Quante scuse si inventano per non dire 'Avrei voluto ma non sono stato all'altezza'. Non c'e niente di male. Non è una sconfitta. È semplicemente un'eventualità.
Invece no. Ci si aggrappa a specchi insaponati. E di norma si chiude con una convinta bugia - "Comunque meglio cosi, è un mondo pieno di gentaglia, vai avanti solo se hai le conoscenze". La volpe e l'uva. 

La verità sta nel mezzo. Ed io ho una golf.

La vita ripercorsa nei ricordi è più distorta di una Fender stratocaster made in Usa. Bianca/verde scura metallizzata, aggiungo. 
Ci si attacca ai bivi persi, come diceva il Ruggeri, cosa sarebbe successo se avessi scelto A invece di B? La risposta è semplice: Boh!
Nel ripercorrere le storie si vede quel bivio come unico e ultimo ostacolo verso la gloria. Poi la strada che diventa autostrada, larga, dritta, senza semafori, rotonde, incroci.
E invece non è così.
Prima dell'autostrada c'è una statale trafficata, piena di semafori che hanno lunghi rossi e brevi verdi, di rotonde spesso piuttosto ovali e di incroci nei quali hai davanti un vecchietto che non capisce di avere la precedenza e sta immobile facendo passare chiunque.. e quando arrivi al casello non c'è la corsia del telepass. Ti devi fare la coda. Coda di gente come te che non ha mai mollato. 
Coda infinita per colpa di un casellante maldestro che è stanco dell'aria pesante ed ha voglia di evadere.
E che se non si fosse rotto il menisco mentre chiavava duro con le fighe, sarebbe stato un'ottima mezzala sinistra.