Translate

Cerca nel blog

martedì 3 dicembre 2013

LETTERA AL CREATORE (Amaro Remix by Wilbur Walsh)

Ehy Dio…sono Tosco…anche se è il soprannome che mi danno i miei amici e non so se te ci chiami in altri modi, se c’è un divino nome per ognuno di noi, se i tuoi nomi hanno lettere o numeri, se per te numeri e lettere hanno davvero significato poi…chissà cosa usi…forse suoni o odori o radiazioni gamma dallo spazio profondo.

A proposito…con Babbo Natale il problema dell’indirizzo l’hanno risolto, la sede legale sta da qualche parte su al Polo Nord mentre di te bho, mica si capisce, non c’è un posto dove mandare letterine a Gesù, ne francobolli spaziali certificati ESA, l’agenzia spaziale europea. Posso solo ipotizzare che tu stia tipo vicino alla Nube di Oort, spiaggia bianca, mare cristallino ma invece del cielo azzurro lo spazio profondo e miliardi di stelle che illuminano a giorno, nebulose dai mille colori, galassie a perdita d’occhio.

Bella vita te…si.

Ora…di domande te ne vorrei fare tante e in realtà te ne ho fatte molte in questi anni anche se di risposte non me ne hai mai data una. Ogni due per tre ti chiedo cosa ho di sbagliato, di indicarmi la via, di cercare con me l’ago della bilancia che regola la mia vita, perso nel pagliaio del mio cervello confuso ma non sento nulla…non una voce o un sospiro…non una luce anomala che illumina il muro di notte quando non prendo sonno dall’ansia…forse perché da piccolo mi hai anche portato via l’udito dall’orecchio sinistro e la vista peggiora anno dopo anno.

Colpo gobbo.

Lo accetto, a taluni è andata peggio…piogge di fuoco, alluvioni, pestilenze e carestie…dicono che ce lo siamo meritato anche se te lo dico, senza che ti arrabbi, te la sei presa un po’ troppo e non sta mica bene fare cosi tanto l’offeso, stile “non gioco più con voi…cazzi vostri”. C’è gente che è nata da poco che non ha grosse responsabilità ma si ritrova armi puntate alla testa, malattie da destino creativo, genitori pazzi e violenti o culle sanguinolente a forma di cassonetto con sacchetti di spazzature per cuscini. L’acqua ci salva dalla sete e ci annega ad ogni monsone, l’amore è diventata una scommessa ad alto rischio spesso basata sull’egoismo e sugli zeri di un conto in banca, godersi il cielo stellato è reso impossibile dalle città che non dormono mai, immerse in fumi bianchi e alcool a cascata dalle grondaie, si parla con piombo e fuoco, la natura ci odia, la tecnologia ci odia. Le persone si odiano.

Se sapessi il tuo indirizzo ti manderei una cartolina da questa sfera blu…ci metterei un collage di miliardi di foto prese dai TG e dalle sofferenze di ognuno, francobollo da 1.000.000 di dollari con sonda Voyager dorata su sfondo blu cobalto, con in primo piano quel messaggio per l’universo, l’uomo vitruviano inciso sulla superficie simbolo dell’armonia umana. Ti scriverei un invito a fare un salto di nuovo dalle nostre parti, un giretto in questo orticello disastrato dalla grandine, giusto per dimostrarci che la storiella del buono e misericordioso è vera sul serio.

“In verità in verità vi dico”

Te lo scrivo perché mentre sei li che sorseggi cocktail a base di quasar e plasma ionizzato con ghiaccio, agitato e non mescolato, i tuoi adepti continuano a dirci che ci hai creati a tua immagine e somiglianza ma io attorno vedo quasi sempre solo degli stronzi. E se la matematica l’hai creata te, per aiutarci a tenere in piedi case e ponti anche se poi basta una crepa nel terriccio per trasformare il mondo in un Jenga, ecco…

…tra un sorso e l’altro…

…fai due più due.

lunedì 2 dicembre 2013

LETTERA AL CREATORE

Ciao Creatore. Come saprai sono Dane, non farti ingannare dallo pseudonimo “Topper Harley”, è una lunga storia, un giorno ti spiegherò.
Ti scrivo questa lettera perché, cazzo.. sarò franco, non riesco a credere in te
Vorrei tanto farlo. Se esistessi, sarei irrorato di gioia. Dico davvero! E non credo neanche tu sia il tipo che se la prenderebbe se una sua creatura ti si ponesse con tale candido ammettere. Quelli della chiesa ti dipingono come un tizio un po’ permaloso, un leader carismatico che sei gli dai del tu e lo metti in discussione, fa il grosso e ti manda le cavallette. Io no dai.

Ti vedo anzi un tipo okay, il migliore amico di tutti, sempre col sorriso, privo di quel fare ammonitore con cui sovente ti si rappresenta. Un tizio a posto, con la battuta pronta, il miglior maestro, psicologo, barista, passante, professore, assessore, che si possa desiderare. Il padre e il figlio che tutti vorrebbero avere. 
E poi tipo bravissimo a tennis, non so perché. Palle corte magistralmente coperte sino all’ultimo, dritto e rovescio letali, gran servizio, inbrekkabile.. Unbreakable. 

Che poi tutti si rivolgono a te con domande desiderose di risposte sui grandi misteri della vita, chiederti favori, ottenere guarigioni per i propri cari, una promozione, un goal, un terno al lotto.. ma nessuno si è mai occupato di te, nessuno che si sia degnato di chiederti un basico “Come Stai?” Sarà vero che ti occorrano - e bastino - le sole preghiere?

Ma tipo, tu, Dio.. Sei felice? Ti senti solo? Ti è mai pesato non avere i genitori? Cosa fai durante il giorno dall’origine dei tempi a oggi? 
Esiste qualche altra entità affine a te, amica o nemica che sia? Hai mai pensato di prendere un cane? Preferiresti vivere in Europa o in Asia? Città o campagna? Griffin o Simpson? Ti piacciono i Cold Play? A me sommariamente si. 

Sono queste le domande da fare a te. 
A te che sei così restìo a dare risposte. A te che hai mandato tuo figlio 2mila anni fa, che la gente non se lo domanda mica ma io si: perché solo 2mila anni fa? E prima? Dobbiamo ritenere peccatori quelli cattivi “avanti Cristo”? 
A te che non puoi intervenire neanche a fronte di ingiustizie pazzesche, o forse non ti interessa farlo. A te che sei l'unica vera luce nell'esistenza di tante persone. A te che in tuo nome è nato l'Amore. A te che in nome tuo si sono fatte tante guerre. A te che tutto puoi e nulla sembri fare. A te che non riesci a convincere me. A te che se come dicono i preti tutto già sai e tutto è già scritto, allora che cacchio ti arrabbi? 

A te che richiami con te tanti nostri cari e non permetti di comunicare più con noi che rimaniamo qui, a soffrire tra le lacrime.. basterebbe permettere un ultimo desiderio a chi se ne va, un messaggio.. Uno, semplice, conciso, tangibile, chiaro, sereno, che ci dica “Qui tutto bene, fate i bravi” e ci dia le certezze che ora non abbiamo. Che tu non ci dai. A te che ci chiedi di avere fede. 

A te che forse non esisti...

A te che forse esisti...

A te.

A te che.. che tu ci sia o meno, sei sempre nei miei pensieri, pronto a farti amare.