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martedì 11 dicembre 2012

Credo in un solo...com'è che era?


Non sono esattamente un credente praticante.

Non sono esattamente un credente ecco.

Per farla breve, diciamo pure che è un periodo in cui  le mie preghiere dovrebbero iniziare con un "Forse..." ed è per questo che la mia frequentazione dei luoghi di culto è decisamente sporadica. Capita però che ci torni, quando sei proprio costretto per esigenze familiari. L'unica cosa che mi tiene sveglio in quei casi è reincontrare alcuni personaggi.

Il prigioniero di Azkahaban: entra per ultimo, ma mai a messa iniziata. Solita giacca verde militare, solita camicia "confusa". Confusa perché non ricordo mai com'è fatta, se a scacchi , se tenuta nei pantaloni. A volte non ricordo nemmeno se sia davvero una camicia, semplicemente, sta male. Capelli non pettinati tendenti al grigio, sguardo occhialuto da psicopatico con cui squadra tutta la platea ammutolita prima di andare a prendere posto nell'ultima sedia dell'ultima fila a sinistra della chiesa, da solo. Look da Sirius Black senza il fascino di Gary Oldman. Manco una briciola. Se c'è troppa gente, sta in piedi in qualche angolo e si nota la sua presenza solo per un particolare: gioca in anticipo. Se parte una preghiera di massa, la sua voce anticipa tutti, e non è schiva e dimessa come la sua figura no, è Pavarotti in maschera ma stonato, che ti manda fuori fase, che ti fa sbagliare che non riesci a non sentire nemmeno concentrandoti su quella ragzzza carina che sta nel coro. Parte prima del prete, di me, degli altri. Nei salmi, nel Credo, nel Padre Nostro, nei Cristi e nelle Madonne.

Jason Striker: negli X-men è figlio di William Striker e fa giochetti con la mente della gente proiettando immagini disturbanti. Bhe, questo ragazzo-signore a cui non sono mai riuscito a dare l'età è la copia sputata della versione cinematografica di Jason e anche lui ha poteri speciali, come piegare lo spazio-tempo. Grazie alla velocità di lettura di circa 6 parole al minuto, un testo di 4 righe diventa un monologo di 40 minuti e tutto attorno perde luminosità di colpo. Comincia a sentirsi solo un ronzio di sottofondo che non capisci se sia immaginario, un estremo tentativo della mente di tenerti sveglio o reale. Se è un caldo giorno d'estate ti sembra di essere nell'ufficio della motorizzazione un 23 Novembre alle 19:43, fuori piove e ti è morto il cane.

The Boss: c'è una scrivania in fondo alla chiesa. Di solito ci mettono i volantini per roba di beneficenza e altre cose di cui non me ne frega un cazzo.Non so perché le mettano li, visto che è la scrivania del Boss. Entra sdegnato dalla massa di gente che c'è nel suo ufficio, si accomoda alla scrivania spostando rumorosamente una sedia da una fila ben ordinata per portarla in asse con il centro chiesa. Si siede, e dopo aver spostato i volantini della parrocchia, srotola il suo bel giornale del giorno e comincia a leggere. Suona il cellulare? Non è un problema, risponde. D'altronde è il suo ufficio. Ho passato un sacco di tempo a chiedermi se gli avessero mai consegnato delle raccomandate direttamente in chiesa. Probabilmente comunque, è tutto un trucco per non pagare l'IMU.

La matrona e figlio: Quando entra la Matrona tra me e mia sorella cala il silenzio, attenti nell'osservare l'evoluzione della sua storia. Nell'ultima puntata il figlio, over-trenta, pelata di quelle antiestetiche mica come la mia che fa figo, occhiali da scemo, vestiti che accentuano spalle troppo esili, aveva litigato con sua madre, la Matrona appunto. C'era un posto di distanza tra di loro e non le aveva dato il braccio come al solito. Non che le serva visto che pare alta due metri e capace di stendere Tyson con tre schiaffi. Perentoria nel dire al figlio quando e come si può alzare dalla sedia e nell'ordinargli di andare a prendere la macchina, che lui lascia parcheggiata a due chilometri di distanza nei pressi di un campo rom per suo preciso ordine. Bhe, quel posto vuoto e il braccio mancante erano sospetti. Forse lui le aveva detto che una collega di lavoro le stava simpatica, cosa inaccettabile per la matrona, che intanto però, se la spassa con un noleggiatore di roulette della bassa brescia e costringe il figlio a chiamarlo "Papà". Una situazione intricata e ancora poco chiara, io e mia sorella dobbiamo rifletterci, alla prossima puntata.

Astair: detto anche il ballerino psicopatico. In realtà non balla, se lo facesse darebbe meno fastidio. Alto tra i 3 e i 4 metri, sembra una persona normale per i primi sette minuti. Poi, tenendo le mani dietro le spalle, mano sinistra che stringe il polso destro, comincia ad agitare la mano destra che nemmeno l'autoerotismo estremo fatto da uno yeti pazzo è cosi veloce e violento. Sembra uno stantuffo impazzito e piano piano anche tutto il resto del corpo comincia a dondolare e muoversi e non puoi fare a meno di notarlo, perché data l'altezza dell'individuo ti trovi le mani esattamente davanti agli occhi. Ogni tanto si gira e ti fissa come se ti chiedesse "Che cazzo mi fissi le spalle, sto facendo qualcosa di anormale per caso?" con uno sguardo da pazzo omicida, con la fissa di posizionare di fianco a se foglietti domenicali che non legge in perfetto allineamento con il centro della sedia alla sua sinistra.

Ora, quando mi chiedono "Perché vai ancora a messa?" io rispondo "Perchè mi diverto", Tutto sommato è vero.