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lunedì 5 novembre 2012

Una delle cose che odio...

...sono i Kellogs cornflakes, soprattutto per motivi linguistici. Per il momento non insulto la loro consistenza di cartone croccante o la lora odiosa mascotte scimmia-tigre con la faccia da adolescente americano gay, ma odio odio odio ODIO dover pronunciare il nome in pubblico. Mi escono cose stile "chellocsonfeics" o "glischellosconfreics". Sembra il nome di una squadra di basket che non tifa nessuno, o la versione indio-americana dei Gormiti. Un rigurgito dialettico, e nel 90% dei casi, sputi in faccia a chi ti sta di fronte mentre tenti di pronunciarlo, la tua faccia si deforma che assomigli a Quasimodo, quello che sta a Notre Dame, che per inciso, mica fa tutta questa impressione dal vivo. Forse che i gargoyles non si vedono, forse che quel giorno che ero li non pioveva e non c'era atmosfera, e c'era la fila di giapponesi che non so perchè ma mi danno fastidio, anche se sono turista anch'io come loro, ma mi sento comunque di appartanere a quel posto estraneo di più, di meritarmelo di più, di essere francese più di loro. Era la città il problema, tutta Parigi sembrava una scenografia del Truman Show e non una posto reale. Era strana, ogni passante non era credibile, ogni strada non era sporca come me la immaginavo, ogni torre Eiffel (sono riuscito a vederne solo due in realtà) visibilmente fuori posto. Come se usciste con Megan Fox, cena bene, poi andate a casa sua, le cose si fanno focose e lei è una figa pazzesca più che nel film incentrato sul suo culo, Transformers; vi dice di aspettare un attimo, sorridendovi e facendo l'occhiolino. Vi immaginate che tornerà con un completo intimo in pizzo nero, mezza nuda ma non la vedete arrivare e sono già passati 10 minuti. Andate di la, senza fare rumore, e la intravvedete rossa in viso, seduta sul cesso, che caga. La voce sensuale è sparita e rimangono solo versacci orrendi. Parigi era come Megan Fox che fa la cacca ecco e non mi interessa che ci sta la Gioconda di Leonardo Da Vinci esposta, che è uno quadretto del cazzo minuscolo, con i critici che non riescono a dire la verità: non è un sorriso enigmatico di una donna misteriosa ma solo la faccia di un cesso epocale, con uno sfondo pitturato a caso perchè di sicuro quel trogolo marcio nemmeno usciva di casa. Manco la cornice si salva, la Gioconda è come la cacca di Megan Fox, altro che capolavoro. Un disegno di un tizio bravino a costruire cazzate con i lego technic, sistemi per volare che non volavano, carrarmati di legno che non carrarmatavano e altre invenzioni di dubbio gusto e utilità. Ogni tanto sventrava qualche cadavere per capire come era fatto dentro, pratica ammirevole per carità, anch'io lo facevo con le vecchie radio ma a quel punto, se eri tanto un genio, ti inventavi la risonanza magnetica e manco dovevi usare il coltello, genio di stocazzo. D'altronde, se la più grande invenzione uscita da quella famiglia la è stata il Gratta e Vinci, un milione di anni dopo che Lenny, come si faceva chiamare dagli amici, schiattò, un motivo ci sarà. Cazzo.