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sabato 26 gennaio 2013

Oroscopo si, oroscopo no, oroscopo bo?


Oggi è il giorno dei “già…”

Il giorno dei “già…” è quando sei triste, disinteressato, nervoso. Ti agiti sulla sedia perché non sei comodo e sai benissimo che il problema non è altro che tutta quella roba che ti si muove dentro. Il “già…” è quando vuoi chiudere un discorso che non ti è mai interessato fin dall’inizio, isolarti dagli altri e continuare a parlare con te stesso o meglio…litigare da solo.

Ora, di allegria ne abbiamo diffusa per ben dodici volte e potremmo anche dire che vi siete divertiti abbastanza quindi adesso, vi beccherete un discorso serio. Ma forse ‘serio’ è la parola sbagliata, valutate da voi.

Sarò sincero...questa storia dell’oroscopo...non mi convinceva. Il problema non era di certo l’idea, no…ma il concetto stesso di Oroscopo. Il pensiero che tutte le manovre spazio-temporali di giganti gassosi ad anni luce da noi, possano rivestire un ruolo cosi importante nella vita di tante persone è…mortificante.

Accidenti, a volte non ci accorgiamo del nostro stesso mondo, quello in cui viviamo.

A volte non ci accorgiamo, che NOI stessi siamo il NOSTRO mondo e sono le NOSTRE manovre a cambiare la NOSTRA vita. Marte alla fine sta benissimo dov'è, poco gli importa di congiungersi con Saturno per attrarre fortuna e deviarla sulla nostra testa e se è vero che tutto l’universo è caos e noi siamo nati dal caos e nella mia testa c’è il caos, allora significa che tentare di fare ordine in questo casino per cercare risposte è davvero una perdita di tempo.

E poi…che brutta parola “oroscopo”. Sembra una pratica medica invadente, di quelle che ci si vergogna di raccontare in giro, da pronunciare sottovoce.

“Sai…ho fatto un’oroscopia ieri…mi hanno trovato Giove in conflitto con Plutone…”
“E adesso?” chiede Jenny, preoccupata
“No nulla…ho una cura a base di tisane della fortuna e devo trovare conforto nel lavoro…”
“Oh mio Dio…speriamo bene”.

Jenny quasi piange.

Chiarito che non voglio dare un senso al caos che c’è dentro e al caos che c’è fuori vi starete chiedendo  cosa abbia intenzione di dire, cosa voglia da voi ma soprattutto "Ma chi è questo?".

Vedetemi come un tizio che si alza, in una classe rumorosa e grida “Silenzio. Devo dire una cosa” e tutti si girano. Vedetemi come un buon consigliere, per il semplice fatto che continuo a sbagliare, a ripetere errori e a fare piccoli disastri nel mio micro-mondo quindi in realtà, so cosa fare perché me ne accorgo, ma non posso fare a meno di ignorarlo. Infine, rassicurandovi sul fatto che da voi non voglia nulla, rimane da spiegare cosa scriverò anche in realtà si potrebbe riassumere in una sola frase: l’oroscopo non serve a nulla.

Ci pensavo mentre completavo il leone: per fare un oroscopo davvero fatto bene, dovrebbero mettere solo la voce Felicità.

Ma chi ve la dà la ricetta della felicità? Ve lo vedete Paolo Fox che vi dice

“Leone, oggi la felicità va abbastanza bene”

Mi sembra ovvio…no. A loro parlare solo di felicità non conviene. Invece, se la felicità la frammenti e crei mille preoccupazioni diverse, mille impegni tra soldi, lavoro, amore e chissà quante altre categorie spesso inesistenti, ogni giorno puoi dire quello che ti pare perché tanto, alla ricetta mancherà sempre un ingrediente perché tutto vada nel verso giusto. La tua vita sarà sempre un puzzle in cui manca un pezzo al centro, perso chissà dove. Ecco perché l’oroscopo è solo un’invenzione terribilmente dannosa. Aggiunge strati di complicazione, problemi, parametri da tenere a mente sperando che gli astri siano benevoli.

Ora, senza usare una sequela di frasi fatte, di quelle che sotto nemmeno ci trovi il nome di chi l’ha detta perché è davvero tanto banale, (tipo “rosso di sera bel tempo si spera”…da dove salta fuori?), vi scrivo una frase detta da qualcuno invece, i Negrita

“Quando tutto è troppo basta quel che hai”.

Sembra una semplificazione estrema, ma la teoria della complicazione della vita secondo me, è una cazzata, e lo dico io che sono il re della complicazione. Ti complichi la vita quando cerchi scuse, quando maledici il fato, quando ti stupri la mente con retro-pensieri fumosi, quando cerchi ragioni sul perché Mercurio se la prenda con te.

Comincia a pensare invece che la fortuna non esiste, che non ci sono ruote cosmiche che fanno giri.

Comincia a pensare che le cose “succedonoperchési!”, che tu lo voglia o no, senza controllo di nessuno.

A questo punto, realizzerai che sei te, l’unica entità che è governata da qualcosa che puoi controllare, intuire e comprendere: la tua mente.

Capirai che sei l’unico responsabile delle TUE cose non dette, delle TUE cose non fatte, dei TUOI baci non dati. Responsabile di TE stesso.

Se non ti dicono “ti amo” ma hai dato il massimo, NON è colpa di nessuno.

Se non hanno creduto in te, ma hai dato il massimo, NON è colpa nessuno.

Le cose succedono. Punto.

Sembra un discorso di quelli motivazionali. Un remake di “Attimo fuggente”, una cosa anche un po’ scontata da ripetere per l’ennesima volta lo so, ma mica mi potete condannare per dire la verità, per quanto difficile da seguire. Perché lo so come funziona, nella testa, quando le cose non vanno e ti viene da dire “Si, non dovrebbe essere colpa mia però…” “Forse ho sbagliato…” “Se avessi...”

Cazzo se lo so!

Però io credo che la ricetta della felicità sia come il pane fresco fatto in casa....

Quando esce dal forno io ci metto giusto un filo d’olio e l’origano e ogni volta penso che sia la cosa più buona del mondo. Eccola di nuovo, la semplicità.

Io il mio giorno più felice lo ricordo e gli ingredienti erano il mare calmo di un’estate calda, una luna e qualcuno a cui volevo bene con cui parlare; in quel momento, non pensavo ai soldi, al lavoro o alla fortuna.

Era una felicità piccola, ma è un discorso che vorrei applicare in grande per quanta faccia un’incredibile fatica.

Vorrei davvero “trovare i miei tre ingredienti per la felicità”

Prendetelo anche voi come buon proposito per il resto della vostra vita.